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Romania Film Festival: tre serate romane dedicate al cinema e all’arte della Romania

Dal 1 al 3 settembre, presso la Casa del Cinema di Villa Borghese, ha avuto luogo il Romania Film Festival, un evento promosso da ProCultura – RoArte con il patrocinio del Comune di Roma, dell’Ambasciata di Romania in Italia e dell’Accademia di Romania in Roma.Sono state tre serate dedicate al cinema romeno che hanno coinvolto un interessato quanto vasto pubblico.Il festival si è aperto giovedì 1 settembre alla presenza del rappresentante dell’Ambasciata di Romania in Italia, Dan Pineta, del direttore dell’agenzia di stampa Agerpres, Alexandru Giboi, di Donatella Pascucci, rappresentante della Direzione Generale del Cinema del MIBACT, dei rappresentanti di ProCultura – RoArte, la presidente Teodora Madasa e la giornalista Miruna Cajvaneanu.


L’iniziativa è stata salutata con entusiasmo dal pubblico romano, attento ad eventi che possano esaltare le culture e le identità artistiche di popoli che ormai condividono con noi gran parte del territorio e della quotidianità. Alla presentazione della rassegna cinematografica è seguito un interessante documentario realizzato da Agerpres, Il cammino dalla passione alla luce, sulle tradizioni religiose e antropologiche del popolo romeno. Il documentario racconta cinque vite di artigiani che ancora conservano intatti costumi e riti arcaici, come se il tempo si fosse fermato e che in un mondo frenetico e in continuo fermento diventano insegnamenti preziosi e simboli affascinanti che riconducono alla terra e al senso arcano della vita.


La seconda giornata è stata dedicata al grande scultore romeno, Costantin Brâncuşi, a 140 anni dalla sua nascita. Il tributo allo scultore romeno è avvenuto attraverso la proiezione del documentario Costantin Brâncuşi – La colonna e la lezione sull’infinito di Laurentiu Damian, vincitore del Premio dell’Unione dei Cineasti Romeni e della pellicola di Adrian Popovici, Brâncuşi dall’eternità. Il documentario offre una visione integrale della vita e delle opere dello scultore romeno, la sua storia e il suo controverso legame con la Romania. In particolare si concentra sulla sua opera più famosa, la colonna infinita di Târgu-Jiu. Le prime colonne in legno, Brâncuşi le realizzò in Francia usando il pioppo. Poi quando la Lega delle donne di Gorj si rivolse allo scultore, ormai in Francia, per la costruzione di un monumento ai caduti gorjeni (del distretto Gorj), Brâncuşi decise di costruire in omaggio una colonna infinita in metallo nella città di Târgu-Jiu, nel distretto Gorj, di cui fa parte anche Peștișani, paese natio dello scultore. La colonna fu inaugurata nel 1938. All’inaugurazione lo scultore non fu presente a causa del cambiamento politico messo in atto da Carol II. La colonna infinita, insieme al Tavolo del silenzio e alla Porta del Saluto, costituiscono l’Ansamble Monumental de la Târgu-Jiu, una trilogia di arte monumentale che lo scultore ha lasciato in eredità al suo Paese. Il film Brâncuşi dall’eternità di Adrian Popovici offre, invece, una visione umana dello scultore, raccontando la sua vita, la sua storia. Nato in una famiglia di umili origini, Brâncuşi inizia a creare oggetti artistici rubando l’argilla al patrigno. Formatosi poi all’Accademia di Belle Arti di Bucarest, decide di lasciare la Romania affrontando un viaggio a piedi di 2500 Km per raggiungere la culla dell’arte, Parigi. Qui frequenta per un breve periodo l’Accademia di Rodin, ma il rifiuto per il dogmatismo accademico lo porterà presto ad allontanarsi dal maestro. Il film affronta le passioni, le amicizie, ad esempio quella stretta con Amedeo Modigliani, i vizi e la sensibilità di uno dei più grandi scultori del ‘900, utilizzando anche delle note mistiche e a tratti quasi surreali. La trama, infatti, si sviluppa su tre storie parallele che si intersecano attraverso la rivelazione dell’anima brâncuşiana.


Nell’intermezzo tra il documentario e il film dedicati al grande scultore romeno, è stato presentato in anteprima assoluta il cortometraggio Tamara. Echelon dell’attrice Kristina Cepraga, per la prima volta in veste di regista. Si tratta di un interessante connubio tra il reale (Tamara) e il surreale (Echelon), una commedia nera che unisce il realismo grottesco della filmografia romena e la fantascienza. Un cortometraggio a due dimensioni, con la presenza di grandi nomi del cinema romeno, Carmen Tănase, Cornelia Zorlescu, Dan Condurache, che davvero sorprende e interroga.


Durante la terza ed ultima serata è stato proiettato il film di Catalin Mitulescu Loverboy, presentato nel 2011 a Cannes nella Sezione Un certain Regard. La pellicola affronta il dramma sociale della Romania post-comunista, la droga, i disagi e la prostituzione attraverso il metodo cosiddetto Loverboy. Il film è stato seguito dalla tanto attesa proiezione del cortometraggio L’ultima sfida di Sante Paolacci, un film documentario sul record di Fabio Barone che è entrato nel World Guinnes Record percorrendo i 13 km della strada più bella del mondo la Transfăgărăşan in soli 9 minuti e 13 secondi con la macchina più bella del mondo, la Ferrari 458. Il corto lascia con il fiato sospeso sia per l’adrenalina della corsa sia per le bellezze naturalistiche della via dei Carpazi, oggi luogo di mete turistiche, ma costruita per motivi di difesa, duranti gli anni del comunismo.


La manifestazione si è conclusa con la proiezione del film Aferim! di Radu Jude, vincitore dell’Orso d’argento a Berlino, nel 2015. Un film geniale, ambientato nella Romania del 1835, riconduce a quel periodo storico raccontando intrighi, tradimenti, il ruolo sociale dei zingani, le relazioni umane e commerciali all’epoca dei boiardi, con una naturalezza e con un realismo sorprendenti.


Il Romania Film Festival ha registrato la presenza di un pubblico numeroso e interessato, a significare che la cultura avvicina e bisogna sempre di più puntare su di essa per eliminare barriere e diffidenze. ProCultura – RoArte punta sulla promozione della cultura e dell’arte della Romania in Italia, ottenendo un grande successo.

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