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Ripensare a "The Films of Akira Kurosawa" di Donald Richie

A detta di molti The Films of Akira Kurosawa di Donald Richie rappresenta la monografia per eccellenza su Kurosawa Akira, almeno per quanto riguarda la produzione critica e saggistica pubblicata in Occidente. I commenti variano da “seminal work on one of the greatest of all film artists” a “definitive, readable, and a virtual model”, sino a “a masterpiece of scholarship”.

Sono giudizi che lasciano alquanto perplessi, poiché il famosissimo volume del compianto Richie, eminente studioso che è stato in forze in forze, fra l’altro, alla Columbia University, e sicuramente il maggiore studioso di cinema giapponese in lingua inglese, si configura come un lavoro che sarebbe potuto essere molto più approfondito.

Intendiamoci, il libro è funzionale e ben strutturato, facile alla fruizione, suddiviso per pellicole a loro volte suddivise in capitoli che ne analizzano le fonti di ispirazione, la produzione, la trama e quindi un commento critico. Tuttavia a chi è già avvezzo alla cinematografia di Kurosawa non dirà niente di nuovo, ma, anzi, c'è il rischio di rimanere delusi.

In fondo, nonostante sia più voluminoso, The Films of Akira Kurosawa non si discosta molto dal prezioso contributo monografico Akira Kurosawa (1983) di Aldo Tassone, pubblicato in lingua italiana per Il Castoro. Richie ha fatto un grande ed egregio lavoro, ma ci sembra comunque un libro lontano da quella perfezione critica tanto osannata.

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