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Teatro, vita di Mei Lafang

Il piccolo libro di Matteo Casari, Teatro, vita di Mei Lafang (CLUEB 2003), risulta davvero interessante per lo studioso o l’appassionato di teatro orientale. Per il breve saggio introduttivo, ma soprattutto per la traduzione integrale di Addio mia concubina, opera principe di Mei Lanfang e che occupa la seconda parte del volumetto.


Mei Lanfang, nato nel 1894 e morto nel 1961, rappresenta con ogni probabilità uno dei massimi esponenti della scena cinese del XX secolo, specializzato nel ruolo di personaggi femminili, e ha vissuto gran parte della sua carriera con l’Opera di Pechino.


Casari affronta Lanfang, optando per un approccio cronologico e biografico, che risulta, effettivamente, il più adatto, come nota lo stesso autore. Il saggio si sviluppa in maniera interessante, pieno di riferimenti bibliografici, ma allo stesso tempo è troppo fitto e concentrato, considerando il limitato numero di pagine: si passa infatti dalle notizie sul training e, quindi, l’attività artistica e drammaturgica di Mei Lanfang, ad altre considerazioni che chiamano in causa l’ambiente culturale, sociale e politico della Cina.


In effetti è un po’ troppo per appena una trentina di pagine introduttive alla seconda parte, dedicata, come detto, alla traduzione integrale di Addio mia concubina. Il discorso si sarebbe potuto sviluppare in maniera più completa e scorrevole, anche dal punto di vista formale, suddividendo l’insieme in vari capitoli o paragrafi, mentre invece si ha un blocco unico. Nulla toglie all’esito positivo dell’insieme, cui concorre molto, però, il testo di Mei Lanfang, davvero prezioso di per sé.

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