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Il dramma privato e pubblico della Siria in scena a Napoli

Lo spettacolo siriano Mentre aspettavo di Omar Abusaada e Mohammad Al Attar, andato in scena al Teatro Bellini di Napoli per la rassegna del Napoli Teatro Film Festival, suscita diverse emozioni, raccontando eventi tragici con una naturalezza spiazzante, leggera e a tratti simpatica. Ma fa riflettere.

Lo spettacolo racconta lo stato di coma di una ragazzo siriano Taim, brutalmente picchiato in uno dei numerosi posti di blocco della Damasco post-rivoluzione.

Taim nel suo stato comatoso ricorda, anche attraverso le voci che lo circondano, e le persone che si occupano di lui in ospedale, la sua rivoluzione. Taim, come tutti i giovani siriani, saluta con entusiasmo la rivoluzione del marzo 2011, che i media occidentali denominarono “Primavera araba”. Tutti i giovani siriani scesero nelle piazze per gridare libertà dal regime di Assad, un regime repressivo e oligarchico, come altri giovani arabi avevano fatto in Tunisia, in Libia, in Egitto. Giovani con tante speranze, speranze vere, di libertà, di crescita civile e ricchezza per tutti e non solo per pochi eletti. Molti di loro morirono durante quelle manifestazioni.

Taim in uno dei giorni della rivoluzione si accorse che alcuni rivoluzionari non gridavano più parole di libertà da Assad, ma la conquista di un pezzetto di terra contro la dittatura degli Assad veniva festeggiata con l’inno ad Allah! Allora cominciò a chiedersi, perché la rivoluzione civile, sta diventando religiosa? E iniziò a capire che c’era qualcosa che stava tradendo tutti. Il tradimento fu chiaro quando uno dei giovani promotori della rivoluzione civile, pacifica contro il regime oligarchico fu sgozzato da chi combatteva Assad gridando Allah è grande.

Il dilemma che emerge dallo spettacolo è l’abbandono o no della Siria, devastata da una rivoluzione tradita nelle intenzioni. Una Damasco amata ed abbandonata, in balia del fanatismo. Il dilemma è vivere scappando o morire sotto le asce dei traditori di Damasco. Taim decise di scappare, verso Beirut, dove viveva sua sorella, che due anni prima aveva deciso di lasciare la Siria e il velo che la madre le aveva chiesto ed imposto di portare. Ma il suo viaggio si interrompe brutalmente. Fermato in uno dei numerosi check point di Damasco venne picchiato a sangue e lasciato morente. Il suo stato di coma rappresenta lo stato di limbo in cui si trova la Siria, né viva né morta, in balia dell’odio, tradita e dilaniata dal fanatismo. Il titolo Mentre aspettavo riecheggia l'attesa per la vita, la morte, la fuga, la fine, di Taim e della sua Siria

Uno spettacolo commovente, che attraverso immagini reali e le riflessioni degli autori Omar Abusaada e Mohammad Al Attar racconta storie di vita vera nella Siria dei nostri giorni.

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